martedì 6 ottobre 2009

Alluvioni? Da noi queste cose non succedono!

L'area della Cascinazza a Monza, allagata dal Lambro nell'autunno 2002

A Monza nessuno costruirà in area di esondazione. Figuriamoci!

Da qualche giorno la tragedia di Messina ha riportato d’attualità il tema della costruzione di case nel letto dei fiumi. Case che poi vengono portate via dalla piena dei fiumi, che si riprendono quello che era loro. Inevitabili la polemiche sulle responsabilità e l'appello a prevenire questi errori. Errori?

L’elenco purtroppo è lungo: Sarno, Soverato… Ogni volta si scopre non solo di case abusive (condonate, naturalmente!), ma anche di case costruite in piena legalità. Grazie alla mancanza degli studi idrogeologici, o peggio grazie alla presenza di studi, diciamo così, compiacenti, o grazie a varianti, accordi di programma e quant'altro in Italia ci inventiamo per aggirare le regole ed i piani urbanistici.

E' facile pensare che si tratti di problemi del meridione, dove, lo sappiamo, lo Stato è più debole, l'opinione pubblica è meno attenta, la professionalità dei tecnici è più difficile da difendere.
E che da noi, a Monza, queste cose non possono succedere, e non succederanno mai.

Da noi infatti non è neanche immaginabile che si costruisca legalmente nell’area di esondazione di un fiume.

L’autorità di bacino del Po, infatti, ha studiato il nostro Lambro, ha definito nel 2001 il PAI, Piano di Assetto Idrogeologico, ed ha perimetrato le aree di esondazione.
A Monza, quindi, l’area della Cascinazza è stata compresa in area di esondazione dove vige il vincolo di inedificabilità assoluta. Chiarissimo.

Quindi da noi non può succedere che l’Autorità di bacino cambi idea. Che progetti un faraonico (170 milioni di Euro), ed orrendo canale scolmatore, grande come il Villoresi, che partendo dal Lambro, nel Parco, aggiri tutta Monza per riversare le acque di piena sui comuni a Sud, che i loro problemi già ce li hanno.

Da noi non può succedere che buona parte dell’area della Cascinazza, improvvisamente, non faccia più parte dell’area di esondazione grazie ad una semplice variante al PAI, del 2004, scritta solo sulla carta, senza che il canale venga realizzato, senza che venga nemmeno finanziato.


Il percorso del canale scolmatore: 170 milioni di euro che devastano il Parco e la periferia della città

Da noi non può succedere che il comune interessato, Monza, ritiri la sua opposizione a questo scempio, che rovinerebbe una parte importante del nostro Parco, sprecando importanti risorse pubbliche.

Da noi non può succedere che venga proposta una variante al Piano di Governo del Territorio che preveda di costruire, nell’area della Cascinazza, un centro polifunzionale per l’infanzia, un centro ricreativo per bambini, ragazzi e anziani, un asilo notturno, e soprattutto un parco tematico di terziario avanzato. Centinaia di migliaia di metri cubi di cemento.

O no?

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