domenica 7 ottobre 2007

PGT: 60 giorni per fare cosa?


Mappa delle osservazioni al PGT (Fonte: arengario.net)

Lunedì 1 ottobre l'Assessore ai Servizi Sociali di Monza, Stefano Carugo, ha organizzato un incontro pubblico all'Urban Center sui progetti futuri dell'Amministrazione in campo sociale.
Cosa c'entra questo con il Piano di Governo del Territorio?
C'entra eccome, perchè nell'introdurre l'incontro, l'Assessore ha tranquillamente affermato che nei prossimi anni la nostra città crescerà fino a 150.000 abitanti. Una crescita mica male, visto che da molti anni siamo fermi a 120.000: si tratta di 30.000 abitanti, poco meno di tutta Lissone...

Questa affermazione, naturalmente, può essere stata estemporanea, ma potrebbe anche essere il riflesso di affermazioni o ragionamenti ascoltati nella Giunta o da altri assessori. E quindi ci deve preoccupare molto.

Sì, perchè come ho scritto la scorsa settimana, Il Piano di Governo del Territorio, che non prevede certo una tale crescita della popolazione di Monza, ha vissuto momenti decisivi.

La leggina regionale di proroga dei termini, presentata martedì scorso in commissione, è poi passata giovedì in Consiglio. Come ci ha raccontato sul suo Blog Pippo Civati, l'ostruzionismo dell'opposizione ha ottenuto la riduzione della proroga da 180 a 60 giorni.

Risultato: le 500 e più osservazioni vanno discusse e votate in Consiglio Comunale entro il 7 dicembre. Il Presidente del Consiglio Comunale di Monza ha quindi disdetto i consigli programmati per questo scopo il 5, 6 e 7 ottobre.

L'opposizione monzese nelle scorse settimane ha partecipato al tavolo tecnico-politico di discussione delle osservazioni. Per permettere una rapida discussione delle osservazioni in Consiglio ha svolto un grande ed intenso lavoro in pochi giorni. Questo lavoro ha dimostrato che la scadenza del 7 ottobre poteva essere rispettata, se da parte di tutti vi fosse stata la volontà politica. Inevitabile quindi la dura protesta di fronte alla decisione di disdire i Consigli Comunali già programmati.

Ecco che come suggeriva Giacomo, c'è chi tratta e c'è chi trama.

Michele Faglia, nel Consiglio del 4 ottobre ha affermato:
Siamo una fase molto delicata, nella quale è necessario avere comportamenti limpidi e trasparenti, alla luce del sole, uguali per tutti, a tutela del bene comune e della correttezza delle procedure. Gli sciacalli potrebbero essere già all’opera. Credo, mi auguro che nessuno voglia ritornare ai periodi più bui del passato urbanistico monzese.

Questi 60 giorni di proroga ora possono essere utilizzati in diversi modi.

Da una parte possono servire per istruire con maggiore calma tutta la discussione , coinvolgere Circoscrizioni e Commissioni. Visto che la fase di risposta alle osservazioni riveste un carattere prevalentemente tecnico, e non può essere utilizzata per rifare il PGT, il Consiglio entro il 7 dicembre potrebbe approvare definitivamente un Piano magari un poco modificato ma comunque nelle sue grandi linee integro nelle sue misure di salvaguardia del territorio e dell'ambiente.

Ma è credibile che si stata mobilitata la Regione Lombardia, approvata una legge in meno di una settimana, affrontato l'ostruzionismo delle opposizioni, solo per questo?

Dall'altra parte questi 60 giorni possono essere utilizzati per costruire il trappolone. Trovare una soluzione per far passare la mostruosa osservazione presentata sull'area della Cascinazza, insieme probabilmente con quella sul centro commerciale del Rondò dei Pini ed a chissà quante altre. Naturalmente tutte rivolte a cementificare altre aree verdi. Lavorare ai fianchi il Sindaco per convincerlo che questo è inevitabile, per rendere il favore a chi ha così generosamente finanziato la sua campagna elettorale. Lo stesso che ha dimostrato la sua forza politica nell'imporre e nell'ottenere una legge regionale in meno di una settimana.

Ecco servita all'Assessore Carugo la sua Monza di 150.000 abitanti. Ma allora, forse, la sua non era una gaffe... Grazie, Assessore.

Nei prossimi due mesi teniamo gli occhi ancora più spalancati
Gimmi

1 commento:

Anonimo ha detto...

IL PIENO E IL VUOTO.

Purtroppo non credo che Mariani resisterà molto sulla questione della Cascinazza.
Ha già anticipato il "compromesso" che pensa di raggiungere: Una concessione edilizia in cambio di... un parco pubblico.
Prepariamoci quindo a vedere un bel progetto che lascerà tutti incantati: al posto del verde agricolo (il vuoto) un bel parco, naturalmente molto più piccolo e circondato da begli edifici tipo Milano Due, ma dotato di tutto, e soprattutto di scivoli, altalene e magari grandi gonfiabili (il pieno).
E i cittadini? Diceva il vecchio Dapporto: "Ridi cretino, che la mamma ha fatto gli gnocchi".

Allora il mio suggerimento è: occorre far vedere il progetto del vuoto, del "vuoto meraviglioso", secondo una espressione zen. Il vuoto non è un dato casuale, ma va progettato, come ci ha insegnato il grande Canonica. Il vuoto con le rive del Lambro infestate, con sentieri impraticabili e sgradevoli non è il vuoto, dove non a caso non va nessuno, non è il vero vuoto con il suo valore positivo. Occorre progettarlo e mostrarlo al più presto come alternativa al pieno.

Giacomo Correale Santacroce