Da molti anni scrivo dell'importanza del riutilizzo delle aree dismesse.
E' di pochi giorni fa la notizia che la maggioranza di centrodestra di Monza vuole vendere due aree strategiche: quella della TPM in via Borgazzi, che era destinata dall'amministrazione precedente alla metropolitana da Milano, e la ex Fossati Lamperti, che per la sua posizione vicino alla ferrovia può anche lei avere un ruolo fondamentale.
Dall'altra parte Monza ha perso uno spazio importante, che per quattro anni ha rappresentato un punto di aggregazione e di incontro: Il FOA Boccaccio.
Proprio dal collettivo che lo ha animato è partita una iniìziativa molto interessante: ridare vita per due giorni ad uno spazio inutilizzato, la ex casa delel aste in via Donizzetti, e proporre alla cittadinanza un dossier sulle aree dismesse di Monza.
Sul Blog di Vorrei il volantino
Qui il Blog di FOA Boccaccio
Qui sotto riporto la lettera alla cittadinanza del collettivo del FOA Boccaccio
In bocca al lupo
Gimmi
LETTERA ALLA CITTADINANZA
LA FOA BOCCACCIO 003 OCCUPA L’EX CASA DELLE ASTE IN VIA DONIZETTI ANGOLO CESARE BATTISTI
Sabato 12 e domenica 13 luglio 2008 abbiamo deciso di ridare vita ad uno dei tanti spazi dismessi della città di Monza.
Chi siamo ? Siamo il collettivo che per più di quattro anni ha gestito la FOA BOCCACCIO 003 (Fabbrica Occupata Autogestita di via Boccaccio 6) appena sgomberata. Siamo le tante realtà politiche ed artistiche che hanno contribuito a fare di questa esperienza uno dei principali punti di riferimento per i giovani che abitano Monza, la Brianza e la metropoli. Esperienza scomodissima per una Giunta comunale come quella monzese, incapace di soddisfare le nostre esigenze e che preferisce lasciare marcire i tanti spazi di cui dispone (Ex macello, ex Fossati Lamperti,…) piuttosto che ragionare su di un loro uso sociale. Preferiscono incentivare il business dei palazzinari di turno e degli speculatori, tacendo colpevolmente sul fatto che a Monza, al di là delle aree dismesse comunali, esistono decine di spazi privati vuoti ed abbandonati anche da decenni. Meglio edificare un nuovo centro commerciale, meglio ragionare in termini di generazioni di consumatori, piuttosto che di cervelli pensanti. Già, i nostri cervelli…noi pensiamo in termini di conflitto nei confronti di una società che alimenta l’odio razziale ed il controllo sociale, i nostri valori sono diametralmente opposti rispetto a quelli di Mariani, Allevi, Romeo e compagnia bella. Siamo antifascisti, siamo antirazzisti, siamo vicini all’immigrato, anche a quello clandestino, siamo vicini ai precari e agli studenti. O almeno ci proviamo. Ci abbiamo provato per più di quattro anni nei progetti che si sono sviluppati negli stabili di via Boccaccio 6 e hanno subito l’attacco repressivo da parte dei nostri politicanti.
Questi due giorni sono un piccolo antipasto, un importante passaggio intermedio nel nostro percorso. Siamo dentro a questa vecchia struttura abbandonata da più di dieci anni per presentare un dossier sulle aree dismesse di Monza (sabato alle 15.30), per dare visibilità ai nostri contenuti e ai nostri linguaggi, sia politici che artistici. Dibattiti, assemblee, banchetti di autoproduzione, proiezioni ed incontri, anche musica…uno “sleep concert”, esperienza musicale estrema, ma che nulla ha a che fare con un rave party, ma che come esso si colloca tra le pratiche di sperimentazione a cui abbiamo dato spazio in BOCCACCIO: non siamo qui per dare fastidio a nessuno, se non ha chi da anni ci ha dichiarato una guerra politica e mediatica, alla quale ci piace rispondere con azioni concrete.
Esattamente cinque anni fa, il 12 luglio 2003, occupammo gli stabili dell’ex macello per lanciare un segnale chiaro alla Giunta Faglia sulla nostra determinazione a prenderci lo spazio che nessuno voleva concederci: a novembre di quello stesso anno occupammo il BOCCACCIO e la sua storia è durata parecchio, è maturata gradualmente fino allo sgombero di due settimane fa.
Oggi, in una data che assume quindi un valore simbolico, dopo il tentativo da parte di Mariani & co. di cancellare quella esperienza, il messaggio vuole essere altrettanto chiaro: il BOCCACCIO tornerà molto presto ad esistere, rispondendo nei fatti ad una completa mancanza di spazi di libera espressione in questa città. Monza avrà di nuovo un suo centro sociale.
Chi siamo ? Siamo il collettivo che per più di quattro anni ha gestito la FOA BOCCACCIO 003 (Fabbrica Occupata Autogestita di via Boccaccio 6) appena sgomberata. Siamo le tante realtà politiche ed artistiche che hanno contribuito a fare di questa esperienza uno dei principali punti di riferimento per i giovani che abitano Monza, la Brianza e la metropoli. Esperienza scomodissima per una Giunta comunale come quella monzese, incapace di soddisfare le nostre esigenze e che preferisce lasciare marcire i tanti spazi di cui dispone (Ex macello, ex Fossati Lamperti,…) piuttosto che ragionare su di un loro uso sociale. Preferiscono incentivare il business dei palazzinari di turno e degli speculatori, tacendo colpevolmente sul fatto che a Monza, al di là delle aree dismesse comunali, esistono decine di spazi privati vuoti ed abbandonati anche da decenni. Meglio edificare un nuovo centro commerciale, meglio ragionare in termini di generazioni di consumatori, piuttosto che di cervelli pensanti. Già, i nostri cervelli…noi pensiamo in termini di conflitto nei confronti di una società che alimenta l’odio razziale ed il controllo sociale, i nostri valori sono diametralmente opposti rispetto a quelli di Mariani, Allevi, Romeo e compagnia bella. Siamo antifascisti, siamo antirazzisti, siamo vicini all’immigrato, anche a quello clandestino, siamo vicini ai precari e agli studenti. O almeno ci proviamo. Ci abbiamo provato per più di quattro anni nei progetti che si sono sviluppati negli stabili di via Boccaccio 6 e hanno subito l’attacco repressivo da parte dei nostri politicanti.
Questi due giorni sono un piccolo antipasto, un importante passaggio intermedio nel nostro percorso. Siamo dentro a questa vecchia struttura abbandonata da più di dieci anni per presentare un dossier sulle aree dismesse di Monza (sabato alle 15.30), per dare visibilità ai nostri contenuti e ai nostri linguaggi, sia politici che artistici. Dibattiti, assemblee, banchetti di autoproduzione, proiezioni ed incontri, anche musica…uno “sleep concert”, esperienza musicale estrema, ma che nulla ha a che fare con un rave party, ma che come esso si colloca tra le pratiche di sperimentazione a cui abbiamo dato spazio in BOCCACCIO: non siamo qui per dare fastidio a nessuno, se non ha chi da anni ci ha dichiarato una guerra politica e mediatica, alla quale ci piace rispondere con azioni concrete.
Esattamente cinque anni fa, il 12 luglio 2003, occupammo gli stabili dell’ex macello per lanciare un segnale chiaro alla Giunta Faglia sulla nostra determinazione a prenderci lo spazio che nessuno voleva concederci: a novembre di quello stesso anno occupammo il BOCCACCIO e la sua storia è durata parecchio, è maturata gradualmente fino allo sgombero di due settimane fa.
Oggi, in una data che assume quindi un valore simbolico, dopo il tentativo da parte di Mariani & co. di cancellare quella esperienza, il messaggio vuole essere altrettanto chiaro: il BOCCACCIO tornerà molto presto ad esistere, rispondendo nei fatti ad una completa mancanza di spazi di libera espressione in questa città. Monza avrà di nuovo un suo centro sociale.
FOA BOCCACCIO 003
http://boccaccio.noblogs.org/
http://boccaccio.noblogs.org/
Infoline sull’iniziativa: 3661610186 altre info: boccaccio@autistici.org www.autistici.org/boccaccio
Partecipano: SOS FORNACE, COLLETTIVO REHAB, CASCINA TORCHIERA, PERGOLA, COA T28, AMBULATORIO POPOLARE, LEONCAVALLO SPA, COLLETTIVO NO_HUMAN_NO_CRY, INTELLIGENCE PRECARIA, PSP, CHAINWORKERS
Partecipano: SOS FORNACE, COLLETTIVO REHAB, CASCINA TORCHIERA, PERGOLA, COA T28, AMBULATORIO POPOLARE, LEONCAVALLO SPA, COLLETTIVO NO_HUMAN_NO_CRY, INTELLIGENCE PRECARIA, PSP, CHAINWORKERS
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